Auricolari Bluetooth: tecnologie, funzionalità e guida all’acquisto | 01smartlife

2022-10-11 03:45:04 By : Mr. Chuanbiao Xu

Gli auricolari Bluetooth in-ear sono piccoli, leggeri e comodi da indossare per ascoltare la musica, guardare la Tv e telefonare. Alcuni modelli hanno anche la funzione di cancellazione del rumore e l’equalizzatore, si configurano tramite app e hanno prezzi a partire da 30-40 euro.

Dopo aver spiegato in questo articolo cosa sono, come funzionano, quali vantaggi e tecnologie offrono le cuffie Bluetooth a padiglione (on-ear e over-ear), ci occupiamo ora degli auricolari da inserire nell’orecchio (in-ear o intrauricolari).

Leggeri, comodi da indossare e trasportare, gli auricolari in-ear (chiamati anche “TWS” – True Wireless Stereo) hanno ormai invaso il mercato con centinaia di modelli per tutte le tasche, divenendo un accessorio quasi indispensabile non solo per telefonare in vivavoce ma soprattutto per ascoltare la musica e i video di YouTube e TikTok con smartphone e tablet.

Anche se raramente garantiscono le stesse prestazioni audio di una cuffia a padiglione chiuso per via del minor isolamento acustico “passivo” e delle dimensioni del driver (6-12 mm in confronto ai 30-35 mm delle cuffie over-ear), gli auricolari si comportano egregiamente con qualunque sorgente e risultano molto più comodi quando si corre o cammina, sui mezzi pubblici, in vacanza oppure a casa per ascoltare la Tv o l’audio del PC.

Gli auricolari in-ear sono disponibili in tante forme e dimensioni che possono essere riunite in due categorie.

Alla prima categoria appartengono gli auricolari di forma tradizionale dotati di stelo (astina), cioè un piccolo prolungamento che facilita l’inserimento e la rimozione del dispositivo nel padiglione e nel canale auricolare. Lo stelo ospita i contatti per la ricarica della batteria interna e permette di avvicinare i microfoni alla bocca per migliorare la qualità della voce durante le chiamate oppure per i comandi vocali.

La seconda categoria è quella degli “earbuds”, ovvero gli auricolari di nuova generazione che racchiudono tutta l’elettronica (driver, batteria, microfoni, ecc.) in un blocco unico senza alcun prolungamento esterno, sempre da inserire nel padiglione auricolare.

Gli earbuds risultano solitamente più comodi, discreti (quasi invisibili se riuscite a trovare il modello che si adatta alla forma del vostro padiglione) e non tendono a cadere quando si corre. Tuttavia la qualità delle chiamate è spesso inferiore rispetto agli in-ear con stelo perché i microfoni sono più distanti dalla bocca.

Tutti gli auricolari in-air (sia tradizionali che earbuds) assicurano un miglior isolamento acustico “esterno” (il suono percepito da chi ci sta vicino) rispetto alle cuffie over-ear e on-ear. La distanza fisica tra il driver e il timpano è minima (pochi millimetri), il condotto acustico è inserito direttamente nel canale uditivo, la potenza sonora è di pochi milliwatt e quindi la dispersione sonora risulta limitata.

Se consideriamo invece l’isolamento acustico “interno” il risultato si ribalta: le migliori performance si ottengono con le cuffie (over-ear meglio di on-ear) mentre le prestazioni degli auricolari dipendono dalla forma della “testina” da inserire nel canale uditivo esterno, dalla forma (larghezza, profondità) dello stesso canale e dal grado di isolamento degli “ear-tips”, ovvero i gommini o cappucci in silicone, spugna o schiuma poliuretanica in dotazione con gli auricolari.

Tutti gli auricolari sono equipaggiati con ear-tips di varie taglie (extra-small, small, medium, large, extra-large) sostituibili in pochi secondi per meglio adattarli al canale uditivo di ciascuno di noi.

Purtroppo non è facile trovare sempre la giusta taglia con il risultato che il suono viene disturbato dal rumore ambientale anche per colpa della qualità, della forma e del materiale degli ear-tips. Di norma gli auricolari in-ear offrono un miglior isolamento interno rispetto agli earbuds.

L’ANC (Active Noise Cancellation) è una tecnologia che filtra i rumori ambientali dal segnale audio per migliorare la qualità del suono e l’effetto immersivo dell’auricolare.

Per svolgere questo compito si affida a due o più microfoni integrati in entrambi gli auricolari che captano sia i suoni che i rumori inviando le informazioni a un processore DSP. Quest’ultimo analizza il suono ripulendolo dai rumori esterni tramite il metodo dell’inversione delle onde sonore.

In alcuni auricolari l’ANC può essere solo attivato o disattivato (on/off) mentre in altri è regolabile con diversi preset o algoritmi che agiscono sui differenti tipi di rumore (traffico, pioggia, mezzi di trasporto, ambienti interni – bar, palestre, ecc.).

A partire dai modelli di fascia media troviamo anche diverse funzioni utili e interessanti come la modalità adattiva o trasparenza (Ambient Sound) per ascoltare i rumori esterni insieme alla musica (tutti i rumori, solo le voci o gli annunci – es.: funzioni Speak-to-Chat e Quick Attention di Sony) e non rimanere isolati dal mondo esterno.

L’efficacia del sistema ANC dipende dal numero, dalla qualità dei microfoni, dalle prestazioni del processore DSP e dagli algoritmi impiegati per cancellare i rumori esterni senza pregiudicare la risposta in frequenza e la dinamica del suono originale.

Gli auricolari in-ear e earbuds supportano uno o più codec Bluetooth come SBC, AAC, aptX e LDAC per decodificare il flusso audio digitale che è stato codificato dal dispositivo sorgente (smartphone, tablet, Smart Tv, ecc.).

Più elevato è il bitrate (tasso di trasferimento dei bit) e più efficiente è il sistema di compressione migliore sarà la definizione e la purezza del suono.

Tutti gli auricolari BT supportano il codec SBC, ovvero la tecnologia di codifica audio standard e predefinita in tutti i dispositivi Bluetooth che supportano il protocollo A2DP. Il bitrate massimo è di 328 kbps per prestazioni adeguate con molte sorgenti audio di qualità media come Spotify free.

Alcuni auricolari sono compatibili anche con il codec AAC (Advanced Audio Coding) con bitrate simile a quello dell’SBC (320 kbps) ma con una maggiore complessità ed efficienza di codifica-decodifica che permette di ottenere una migliore qualità audio.

Troviamo poi l’aptX (Audio Processing Technology X) a bassa compressione (16bit/48kHz fino a 352 kbps, 24bit/48kHz a 576 kbps – HD) e bassa latenza (versione LL) e l’LDAC (Sony) con bitrate variabile (fino a 24bit/96kHz e 999 kbps) e supporto Hi-Res Audio (audio ad alta risoluzione).

Se volete sfruttare le potenzialità audio della vostra sorgente dovete innanzitutto sapere quali codec supporta e, in base alle vostre aspettative (ascolto stereo di buona qualità, Hi-Fi o di livello audiofilo), scegliere gli auricolari più adatti.

Le dimensioni miniaturizzate degli auricolari in-ear/earbuds e l’assenza dei tasti sul cavo di collegamento ha costretto i progettisti a rinunciare ai tradizionali pulsanti fisici per regolare il volume, passare al brano successivo, rispondere a una chiamata, ecc.

Le superfici esterne degli auricolari sono quindi diventate essere stesse dei pannelli di comando di tipo “touch”, con vari sensori che rilevano il numero, la durata, la direzione e il livello di pressione dei tocchi per ottenere le regolazioni base (volume, traccia, risposta/annullamento chiamata) e quelle avanzate (modalità ANC, assistente vocale, ecc.).

I comandi touch sono indipendenti per i due auricolari (destro e sinistro) e quasi sempre personalizzabili tramite la app di configurazione (vedi sotto).

All’interno degli auricolari si trovano spesso altri sensori (ottici, giroscopi, ecc.) che servono a stabilire la posizione della testa (ad esempio per l’audio spaziale nei nuovi AirPods 3), se si è fermi o in movimento, se gli auricolari vengono indossati o rimossi (play/pause automatici e modalità “mono” quando si utilizza un solo auricolare per le chiamate vivavoce).

Prima dell’utilizzo, tutti gli auricolari in-ear e earbuds TWS devono essere associati e configurati tramite l’apposita app per smartphone e tablet iOS/Android.

Oltre alla personalizzazione dei comandi touch appena vista, la app serve a visualizzare lo stato di carica delle batterie, scegliere la modalità ANC e un profilo di equalizzazione tra quelli già presenti (dance, classico, podcast, acustico, riduttore bassi, profondo, ecc.). Molto spesso è possibile anche creare uno o più profili personalizzati agendo sull’equalizzatore grafico multibanda.

È importante sottolineare che il profilo di equalizzazione viene memorizzato nel chip DSP degli auricolari così da poterlo utilizzare con qualsiasi sorgente collegata via Bluetooth e non solo con lo smartphone e il tablet dove è installata la app di configurazione.

Alcune app includono diverse funzioni extra come la modalità Game che riduce la latenza e migliora la riproduzione di effetti sonori e voci dei videogiochi, il test dell’isolamento acustico interno per verificare se la taglia degli ear-tips corrisponde a quella del vostro canale uditivo, la procedura di aggiornamento firmware via internet, ecc.

Tutti gli auricolari in-ear, anche quelli più economici, supportano gli assistenti vocali quando sono connessi a smartphone, tablet o altri dispositivi (es.: Bixby e Google Assistant per i device Android, Siri per iPhone e iPad, Alexa per tutti gli smartphone, ecc.).

È sufficiente sfiorare o toccare uno dei due auricolari per interagire con l’assistente chiedendogli, ad esempio, di riprodurre un brano su Apple Music o Spotify, lanciare una app, memorizzare un appuntamento in agenda, accendere le luci del salotto oppure ascoltare le ultime notizie.

Tutti gli auricolari in-ear e earbuds sono dotati di una custodia (case) che serve a proteggerli durante il trasporto ma anche ad effettuare il pairing Bluetooth e ricaricare le minuscole batterie di cui sono dotati (50-60 mAh).

All’interno del case si trova infatti una batteria agli ioni di litio decisamente più “capace” (circa 800-1000 mAh) che viene ricaricata tramite connettore USB-C o Lighting e che fornisce a sua volta l’energia necessaria a ricaricare gli auricolari più volte (fino a 5-7). Le spie led o il display presenti sul case indicano lo stato di carica della batteria interna (10%, 30%, 50%, ecc.), la fase di ricarica e di pairing.

Alcuni case si possono caricare anche senza cavi grazie al supporto dello standard di ricarica wireless Qi: è sufficiente appoggiarli sulla basetta di un  caricatore wireless come questi e attendere qualche ora.

L’autonomia media degli auricolari TWS è di circa 5-7 ore ma alcune funzioni “extra” come l’ANC possono ridurla a 3-5 ore. Fortunatamente basta riporli nella loro custodia per ottenere altri 50-60 minuti di autonomia con soli 5-10 minuti di ricarica.

Su internet e nei negozi di elettronica, audio e video si possono trovare centinaia di auricolari in-ear e earbuds con prezzi, caratteristiche e tipologie di utilizzo differenti. Si parte da poche decine di euro per i modelli low-cost con qualità audio mediocre e poche funzionalità fino ad arrivare a diverse centinaia per i prodotti “premium Hi-Fi” delle marche più blasonate come Apple, Bose, Harman Kardon, Sony, Beats, Sennheiser, Grado e Jabra.

Per aiutarvi a scegliere il modello più adatto alle vostre esigenze (e budget) abbiamo selezionato quattro modelli a partire da 79,99 euro adatti per un utilizzo a 360° (musica, chiamate, multimedia, gaming, ecc.).

Nonostante il prezzo contenuto (si trovano in promo anche a 50-60 euro), le Life P3 di Soundcore assicurano prestazioni audio di buon livello e includono tante funzioni utili e interessanti.

I driver da 11 mm producono acuti cristallini e bassi profondi: il suono è molto dinamico, perfettamente equilibrato e regolabile da app (7 profili predefiniti e altri personalizzabili con equalizzatore a 8 bande).

Troviamo anche l’ANC con 3 modalità (mezzi pubblici, al chiuso, all’aperto), le modalità trasparenza (audio ambientale mixato con la musica) e game (bassa latenza), la ricarica wireless Qi e la certificazione IPX5 (resistenza a forti getti d’acqua).

I nuovi AirPods di terza generazione sono gli auricolari ideali per chi possiede iPhone oppure iPad e desidera un prodotto di qualità perfettamente integrato nell’ecosistema Apple.

Il chip H1 e il sistema acustico brevettato assicurano un suono Hi-Fi e spaziale con equalizzazione adattiva (ma senza ANC) e rilevamento dinamico della posizione della testa, ideale nell’ascolto dei contenuti audio e video su Apple Music e Apple+ in Dolby Atmos.

Il nuovo design affusolato ha un’angolazione ottimale per garantire il massimo comfort e indirizzare i suoni all’interno del canale uditivo. I microfoni con beamforming bloccano i rumori ambientali e sono rivestiti da una rete acustica per ridurre il rumore del vento. Da segnalare anche la funzione di localizzazione (Dov’è) e la modalità “smarrito” con avvisi e notifiche sonore.

Gli earbuds Momentum TW2 di Sennheiser si collocano nella fascia alta del mercato, quella degli auricolari in-ear destinati agli appassionati di musica che esigono un suono di altissima qualità.

Il chip DSP e i driver da 7 mm regalano un suono corposo e dettagliato, perfettamente bilanciato su tutta la gamma e con un’eccellente dinamica, a patto però di collegarli a una sorgente Hi-Fi compatibile con i codec AAC o aptX.

Troviamo anche il sistema di cancellazione del rumore con modalità “trasparente”, l’equalizzatore grafico personalizzabile (via app Smart Control) e la certificazione IPX4.

Gli earbuds WF-1000XM4 di Sony supportano l’audio wireless Hi-Res grazie al codec LDAC, la tecnologia DSEE Extreme (con IA) per migliorare la qualità dello streaming compresso e i contenuti 360 Reality Audio.

Il processore V1 e i microfoni feed-forward/feedback con tecnologia Dual Noise Sensor catturano i suoni ambientali e li cancellano senza penalizzare la qualità audio. I driver da 6 mm con diaframma super adattabile ottimizzano la riproduzione delle frequenze basse e assicurano la massima precisione anche di medi e acuti.

Da segnalare anche gli ear-tips in schiuma poliuretanica (più morbida ed elastica del classico silicone liquido per una migliore vestibilità), la funzione Speak-to-Chat (voce/musica con play/stop automatici), il controllo adattivo del suono che rileva la posizione e l’attività in corso, il sensore a conduzione ossea che registra solo le vibrazioni della voce (non i rumori di fondo) per dialoghi più chiari durante le telefonate.

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